Lo scopo di questo progetto è di creare un percorso coerente e intenso per chi vuole approfondire il teatro fisico, ma concentrato in 8 weekend.
Ogni weekend prevede 14 ore di lavoro con un insegnante di caratura internazionale.
Al termine di ogni workshop l’insegnante redigerà un resoconto per l’insegnante del workshop successivo, in modo che questi possa essere al corrente di come il programma precedente è stato svolto e come ha reagito il gruppo.
Allo stesso modo si confida di creare una grammatica comune tra i partecipanti che possa consentire loro di collaborare efficacemente in altri progetti.

ACCADEMIA VERTICALE DI TEATRO FISICO

20-21 ottobre
Andrea Pangallo

Biomeccanica teatrale e spunti sul grottesco

Andrea Pangallo è diplomato all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico e ha collaborato con i maggiori esponenti dell’arte teatrale contemporanea: F. Rame, M. Monetta, J.S. Sinisterra, E. Barba, G. Bogdanov, Z. Molik. Centrale nella sua formazione è il lavoro sulle azioni fisiche, il training psicofisico e il corpo-maschera. Meyerhold è stato uno dei più grandi registi e pedagoghi russi del novecento, inventore di un rinomato sistema di lavoro dell’attore nominato biomeccanica teatrale. La Biomeccanica teatrale non è uno stile di recitazione, ma un sistema pedagogico che fornisce all’attore le tecniche e gli strumenti necessari per diventare un “dispensatore di energie” in ogni situazione scenica.

Questo sistema si incentra sull’importanza del corpo dell’attore nel processo creativo. Una volta conquistato il controllo e la coscienza del proprio corpo e delle sue dinamiche, l’allievo scoprirà il movimento ed il ritmo all’interno di ogni azione scenica; la sua fantasia ed immaginazione saranno costantemente stimolate ed egli arriverà a saper gestire la propria trama creativa e a rendere ogni gesto capace di catturare i sensi dello spettatore.

Quello che molti non sanno è che il debito che Meyerchold ha nei confronti della Commedia dell’Arte è enorme e che la sua biomeccanica teatrale è stata in gran parte ispirata dal teatro degli zanni e di piazza. Non è una coincidenza che uno dei primi personaggi recitati da Meyerchold sia stato Pierrot e che fra i suoi primi spettacoli ci siano titoli come “L’amore delle tre melarance”, “Arlecchino paraninfo” e “La sciarpa di Colombina”.

Questi sono alcuni degli elementi attorali fondanti per Meyerchold che affronteremo:

  • La creazione e la presenza di un emozione teatrale e non di una motivazione psicologica.
  • Acquisire delle qualità acrobatiche che richiedono all’attore senso del peso e equilibrio.
  • La rapidità di reazione e capacità di rispondere prontamente agli stimoli della scena.
  • L’orientamento nello spazio e coordinazione dei movimenti nello spazio.
  • Il senso della forma e del disegno dell’azione scenica.
  • La capacità di trasmettere chiaramente le intenzioni e le iniziative dell’azione scenica e di seguire quelle del partner
  • Il senso della misura e della composizione ritmica e musicale.
  • La necessità trovare un andatura scenica complessa e articolata che abbia nei piedi la sua sorgente dinamica.

Durante il corso l’allievo affronterà un allenamento psico-fisico specifico che gli permetterà di entrare in un processo costante di lavoro su se stesso. Questo allenamento svilupperà nell’allievo la capacità di pensare agendo e la coscienza di sé nel tempo e nello spazio, permettendogli così di svolgere compiti sempre più complessi e precisi, e di gestire la propria recitazione in modo sintetico ed organico.

10-11 novembre
Steve Jarand

Trance Mask

Steve Jarand si laurea alla University of Calgary (Drama Department) nel 1991, ma già faceva teatro e studiava improvvisazione al Loose Mose Theatre con uno dei fondatori dell’improvvisazione moderna, Keith Johnston. Sin dal 1991 vive di teatro, ma solo nel 1999 si avvicina intensamente alle maschere e al lavoro con le trance mask. Recentemente ha cominciato a portare percorsi intensivi di trance mask in Europa e in Canada, dove insegana alla summer school del Loose Mose Theatre. Nel 2016 ha compiuto un giro del mondo di 10 mesi insegnando trance mask e toccando, oltre a Europa e Canada, Brasile, Colombia, Perù, Nuova Zelanda, Giappone, Hong Kong.

Qual è la differenza tra un buon attore e un grande attore? Si trova da qualche parte tra abbandono, fascino e precisione. In questo workshop andremo al cuore della performance attraverso l’uso di maschere di diverso genere: mezze maschere, maschere integrali e maschere parziali (nasi, occhiali, cappelli, ecc.) ma soprattutto usando lo strumento delle trance mask, potente strumento teatrale che si rifà a esperienze tribali di trance, abbandono e possessione. Scopriremo come abbandonarci completamente, guardarci allo specchio e lasciare che “la bestia nello specchio” cominci ad agire autonomamente.

8-9 dicembre
Romain Abasq

Corpo e animalità

Romain Abasq è attore, improvvisatore e regista. Insegna anche tecniche teatrali ed espressive all’università della Bretagna Occidentale. Lavora dal 2009 tra Francia e Canada e ultimamente sta sperimentando un’ulteriore commistione di tecniche che porta a far lavorare assieme maschere, teatro di testo, improvvisazione e video.

Costruire ed esplorare i caratteri a partire dal nostro spirito animale. Un lavoro in cui metteremo al bando il cervello per far lavorare il corpo e lo stomaco. Respira, immobilizzati, muoviti, suda, grida, trova l’istinto animale dentro di te. Muoviti in branco, scopri chi è il più debole, senti, ascolta e liberati. In questo workshop non ci limiteremo a prendere ispirazione dagli animali per costruire personaggi umani, ma cercheremo l’animale vero. Terrestre, marino, volatile, sotterraneo, minuscolo o gigante. Solo alla fine porteremo i suoi istinti dentro il predatore definitivo, l’uomo.

19-20 gennaio
Andrei Bratu

Zoo Comedy

Andrei Bratu è diplomato all’Accademia di Teatro e Cinema di Bucarest. Oltre a lavorare nel teatro e nel cinema, si è avvicinato all’improvvisazione e ha fondato il gruppo teatrale Hai Improv. Recentemente la sua ricerca si è indirizzata verso una fusione della scuola americana di improvvisazione con la grande scuola recitativa russa.

Il workshop Zoo Commedy si muove in questa direzione. Con una didattica attenta alla costante ricerca del divertimento e della libertà tipiche dell’improvvisazione si esploreranno diversi stadi della nostra animalità interiore, un viaggio complesso che arricchisce i partecipanti in termini di intensità, profondità e capacità di trasmettere al pubblico le proprie fantasie.

Il mondo degli animali è grande, molto grande. Arriveremo a giocare con la loro complessa vita immaginando una soap opera recitata da gatti, 12 anni schiavo in un mondo di cani e un Game of Thrones in cui tutti i personaggi sono scimmie. Entra nel mondo degli animali, scopri il tuo animale interiore e lascialo vivere sul palco: sarai sopreso da quanto profonda sarà questa esperienza e da quanto spessore darà ai tutti i tuoi personaggi umani.

  • La prima parte del workshop comprende un viaggio di scoperta di sé stessi in modo organico, cercando di riscoprire il mondo e il corpo in tutti gli stadi possibili, da organismo unicellulare ad anfibio a mammifero, cercheremo di capire quali sono gli animali con cui abbiamo più cose in comune e quali energie creative possiamo trarre da questa scoperta. Useremo esercizi sviluppati da Pina Bausch, Jerzy Grotowski, Konstantin Stanislawsky, Mihail Chechov e Viola Spolin.
  • Nella seconda parte utilizzeremo quanto scoperto per mettere in scena personaggi intimi, profondi e realistici, tipici della scuola slava di recitazione, senza perdere la giocosità acquisita.

9-10 febbraio
Fabio Mangolini

Personaggio, animale e maschera

Fabio Mangolini è semplicemente uno dei più grandi esperti di Commedia Dell’Arte al mondo. Riassumere il suo cv in poche righe è pressoché impossibile. Basti dire che è stato allievo diretto di Marcel Marceau e insegnante presso la scuola di quest’ultimo, che per cinque anni è stato arlecchino nella compagnia di Carlo Boso, che per tre anni ha lavorato a Tokyo col Maestro Nomura Kosuke nel teatro di maschera giapponese e che ha tenuto le cattedre di regia e di interpretazione presso la Real Escuela Superior de Arte Dramatico di Madrid. Ha lavorato con i migliori registi e attori del mondo e ovunque il suo nome è sinonimo di qualità.

Chi siamo all’interno di una società? Come ci vedono gli altri? Che strategie mettiamo in atto per essere (non solo apparire) ciò che vogliamo che di noi si riconosca? Ogni giorno, in ogni istante della nostra vita sociale utilizziamo maschere che corrispondono a ruoli definiti e ai quali cerchiamo di attenerci. Quanto siamo capaci di riconoscere le maschere che ci circondano? Probabilmente non è un caso che la parola “persona”, nel suo significato originale, volesse dire maschera. Questo implica il fatto che ognuno sempre e dappertutto, più o meno coscientemente, impersona una parte… È in questi ruoli che ci conosciamo gli uni e gli altri; è in questi ruoli che conosciamo noi stessi.

Nel breve periodo di un fine settimana andremo alla scoperta delle nostre maschere del quotidiano, delle regole di condotta che definiscono il nostro agire in società cercando di comprendere quali sono i meccanismi che generano la visione di noi stessi verso l’altro. E lo faremo nella forma giocosa e gioiosa del teatro di maschera, proprio alla nostra tradizione: dalla maschera “di carattere” alla maschera “umana” fino alla maschera della Commedia dell’Arte. Un viaggio archetipale in cui scopriremo come la maschera, in realtà, sveli e non nasconda. Partendo dalla visione del mondo grottesco e deformato della maschera popolare sveleremo i meccanismi del nostro agire quotidiano.

In questo laboratorio alleneremo l’attore che è in noi attraverso l’uso di motori, ritmi, vettori e livelli di energia. Utilizzando la maschera come mezzo per svelare, anziché coprire, impareremo a scoprire corpi carnevaleschi che rivelano personaggi universali che attingono all’immaginario umano e animale e a giocare il contrasto tra i personaggi per ottenere effetti comici o drammatici.

9-10 marzo
Alenka Marinic

Il Clown e il Grottesco

Alenka Marinic è un’artista indipendente e membro fondatore del Collettivo Naborov e delle compagnie Bimbo Theater e Globus Hystericus. Scrive e recita per la televisione slovena, ma non ha mai smesso di creare e dirigere spettacoli di clown. Ha insegnato clown in Canada, Stati Uniti, Germania, Italia, Olanda, Croazia e Slovenia. Si è specializzata nell’esplorazione dell’arte viva e degli spazi vissuti mettendo in atto interventi in strada, eventi teatrali, spettacoli radio e performance interattive. Ha vinto il premio del pubblico al festival di improvvisazione di Halle con De Kons nel 2008 e con Call nel 2010 e il primo premio al prestigioso torneo di improvvisazione Improvaganza (Edmond, Canada, 2008). Ha ricevuto il premio nazionale sloveno Jezek per il suo programma radio.

Ci sono molti metodi di approccio al clown: in questo workshop lo considereremo come la maschera minima e quindi useremo molti aspetti della pedagocia di Lecoq: contatto, articolazione del movimento, livelli di energia, respiro. Verranno analizzate le dinamiche del movimento di ogni partecipante: il ritmo, i gesti abituali, i temi espressivi inerenti al suo modo di essere e alla sua presenza fisica. Tutto ciò porterà ad un aumento della consapevolezza che naturalmente aiuterà l’ingresso in uno stato mentale clownesco a partire dal quale sarà più facile non solo recitare, ma anche scrivere numeri comici.

30-31 marzo
Rita Peluso

Il Personaggio

Rita Pelusio si forma al Laboratorio Tecnico per Attori di Carlos Alsina e all’Atelier di Teatro Fisico di Philippe Radice. Studia con Jean Mening, Ida Kuniaki, Eric de Bont e fonda la Compagnia degli Gnorri con Natalino Balasso. Vince il Premio Massimo Troisi e il Premio Cerami. Collabora con trasmissioni radio e tv come Ottovolante, Markette, Belli Dentro, Zelig Off, Colorado Cafè. Tiene regolarmente stage per l’Atelier di Teatro Fisico di Philippe Radice e ha fondato il Teatro Comico Civile. Il suo ultimo spettacolo è Eva. Diario di una costola.

La comicità nasce dall’imperfezione, dal difetto, dalla fragilità. La comicità dev’essere istintiva, moderna, scaturire dalle emozioni del personaggio. In questo stage Rita Pelusio ci condurrà in un percorso di scoperta del nostro talento comico attraverso tutte le esperienze che ha vissuto come insegnante, attrice e regista e attraverso le esperienze che il gruppo avrà vissuto negli stage precedenti. L’obiettivo è arrivare a sentire dentro di sé la comicità del personaggio per poi applicarla dove meglio si crede: teatro, cabaret, clown, improvvisazione o commedia.

13-14 aprile
Jon Kellam

Superdrama

Jon Kellam ha un’esperienza di oltre 30 anni nel mondo del teatro che include formazione in teatro fisico, commedia dell’arte, metodo suzuki. Direttore artistico per 11 anni della ACTORS GANG e del ZOO THEATER di Los Angeles e attualmente regista e direttore artistico del gruppo BAMSAMBLE di Arezzo. Ha portato il suo percorso di superdrama all’Aterlier di Teatro Fisico di Philippe Radice. Come attore ha partecipato a produzioni premiate con il Tony ed è stato diretto anche da Tim Robbins a teatro e Clint Eastwood al cinema.

Il superdrama è uno stile di performance e di insegnamento che sintetizza Commedia dell’Arte, Teatro Espressionista, Surrealismo, Teatro No, Kabuki e opera cinese: una sintesi realizzata dalla ACTORS’ GANG diretta da Jon Kellam nell’arco di undici anni di lavoro.

Questo workshop introduce l’attore a questa unica tecnica attoriale che prevede un livello altissimo di intensità emotiva e di autenticità per dare fuoco alla passione dell’attore e liberarlo da ogni limite. Il percorso lavora ance sulla reattività e sulla capacità di ascoltare i partner in scena reagendo con incontenibile impeto creativo ed emotivo.

Si lavorerà in particolare sui seguenti temi:

  • Farsi investire da stati emotivi estremi di terrore, euforia, furia e disperazione
  • Fare scelte forti sui personaggi in grado di trasformarci completamente
  • Il triangolo del personaggio, una tecnica unica sviluppata da Superdrama per creare personaggi estremi eppure intimi e realistici
  • Il principio del JO-HA-KYU, identificato dal grande maestro di Teatro No giapponese, Zeami, che porta a trovare il ritmo ideale di ogni azione teatrale.